Spesso si pensa che la mancanza di successo sia dovuta alla bassa autostima, ma è un errore comune credere che l’autostima o altre qualità psicologiche siano la causa dei nostri problemi. In realtà, non è che non riesci perché ti manca autostima; piuttosto, non hai autostima perché non riesci in ciò che fai. Questo crea un circolo vizioso di causa ed effetto che tutti dovremmo conoscere.

Ecco magari questa è una Over confidence !
Le Qualità Psicologiche
L’autostima, così come altre qualità psicologiche come la calma o la felicità, sono il risultato delle nostre azioni e abitudini. Non è che hai successo perché hai autostima, ma sviluppi autostima attraverso il successo delle tue azioni. Questo concetto è supportato da numerosi studi che dimostrano come la percezione di sé influenzi il comportamento e viceversa.
Controllo sulle Cause o sugli Effetti?
Proprio come nell’allenamento fisico, dove la forza è il risultato degli allenamenti, possiamo controllare più facilmente le cause (le nostre azioni) rispetto agli effetti (i risultati). Ad esempio, se vuoi un buon voto in un esame, hai controllo sullo studio che fai, non sul voto finale. Questa comprensione ci aiuta a focalizzarci su ciò che possiamo gestire direttamente.
La Realtà Circolare
La realtà è spesso complessa e circolare, rendendo difficile separare cause ed effetti. Questo è evidente nelle spiegazioni semplicistiche che spesso diamo agli eventi senza comprendere i meccanismi sottostanti. Ad esempio, attribuire lo stato d’animo di un collega a un singolo evento senza considerare altre possibili cause è un errore comune.
L’Importanza delle Azioni
Concentrarsi sulle azioni che possiamo controllare è cruciale. Per migliorare l’autostima, dobbiamo impegnarci in comportamenti che la rafforzano, invece di aspettare che l’autostima aumenti da sola. Questo è confermato da ricerche che mostrano come le azioni consapevoli e costanti possono portare a miglioramenti significativi.
La Confusione tra Processo e Risultato
Spesso confondiamo il processo con il risultato, concentrandoci sui risultati piuttosto che sui processi che li generano. Capire questa distinzione ci aiuta a migliorare le nostre competenze e a ridurre l’influenza di pregiudizi e convinzioni errate.
Conclusione
Comprendere la complessità delle cause ed effetti e concentrarsi sulle azioni che possiamo controllare ci aiuta a costruire una vita migliore. Riconoscere la confusione tra causa ed effetto è fondamentale per evitare errori mentali e migliorare la nostra autostima e auto-efficacia.
Bibliografia
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- Rosenberg, M. (1965). Society and the Adolescent Self-Image. Princeton, NJ: Princeton University Press.
Quando l’Eccesso di Autostima Diventa un Problema

1. Rischio di Comportamenti Pericolosi
L’autostima gonfiata può spingere le persone a sottovalutare i rischi e sopravvalutare le proprie capacità. Questo può portare a comportamenti pericolosi, come la guida spericolata, l’abuso di sostanze o l’assunzione di rischi non necessari sul lavoro. Le persone con eccessiva autostima tendono a ignorare i segnali di avvertimento e a prendere decisioni avventate, credendo erroneamente di essere invulnerabili. Questo comportamento è stato associato a un aumento degli incidenti e delle lesioni.
2. Relazioni Interpersonali Difficili
Un’eccessiva autostima può deteriorare le relazioni interpersonali. Le persone che credono eccessivamente nelle proprie capacità tendono a essere meno empatiche e più critiche verso gli altri, portando a conflitti e isolamento sociale. Possono anche mostrare un comportamento narcisistico, cercando costantemente di dimostrare la propria superiorità sugli altri. Questo atteggiamento può causare tensioni e allontanare amici, familiari e colleghi.
3. Mancata Crescita Personale
La convinzione di essere già “perfetti” può impedire la crescita personale. Le persone con una falsa autostima elevata possono evitare feedback e critiche costruttive, mancando così opportunità di miglioramento. La mancanza di autocritica e l’incapacità di riconoscere i propri limiti possono ostacolare l’apprendimento e lo sviluppo personale. Questa mentalità può portare a una stagnazione professionale e personale, poiché l’individuo non vede la necessità di migliorare o evolversi.
Meccanismi alla Base della Falsa Autostima
1. Bisogno di Conformità Sociale
Spesso, un’eccessiva autostima deriva dal bisogno di conformità sociale e di approvazione esterna. La pressione dei pari e dei media può spingere le persone a proiettare un’immagine irrealistica di sé stesse per essere accettate. Questo è particolarmente evidente nei social media, dove l’apparenza di perfezione è spesso premiata con approvazioni e like. La ricerca mostra che i giovani, in particolare, sono vulnerabili a questo fenomeno, cercando di mantenere un’immagine impeccabile per ottenere riconoscimento sociale.
2. Autoinganno e Bias Cognitivi
Le persone possono sviluppare una falsa autostima attraverso l’autoinganno e vari bias cognitivi. Il bias di conferma, ad esempio, porta le persone a cercare e ricordare solo informazioni che confermano le loro convinzioni positive su se stesse, ignorando quelle che le contraddicono. Altri bias, come l’effetto Dunning-Kruger, possono far sì che individui con basse competenze si considerino erroneamente esperti, aumentando ulteriormente la loro autostima infondata.
Implicazioni e Strategie di Mitigazione
1. Promuovere un’Autostima Realistica
È essenziale promuovere un’autostima basata su una valutazione realistica delle proprie capacità e limiti. Programmi educativi e interventi psicologici possono aiutare le persone a sviluppare una sana autovalutazione. Insegnare l’importanza dell’umiltà e della consapevolezza di sé può prevenire l’arroganza e promuovere una crescita personale equilibrata.
2. Feedback Costruttivo
Incoraggiare feedback costruttivo e creare ambienti in cui le critiche siano viste come opportunità di crescita può aiutare a ridurre gli effetti negativi di un’eccessiva autostima. Le aziende, ad esempio, possono implementare culture di feedback continuo per migliorare le performance dei dipendenti. Un feedback onesto e tempestivo può aiutare le persone a correggere i loro errori e a migliorare le loro competenze.
3. Educazione e Consapevolezza
Educare le persone sui rischi di un’eccessiva autostima e aumentare la consapevolezza dei bias cognitivi può aiutare a prevenire comportamenti dannosi. Campagne di sensibilizzazione e programmi di formazione possono giocare un ruolo cruciale in questo processo. Insegnare tecniche di auto-riflessione e consapevolezza può aiutare gli individui a mantenere un equilibrio tra fiducia in sé stessi e realismo.
Conclusione
Mentre un certo grado di autostima è fondamentale per il benessere e il successo, è importante riconoscere che un’eccessiva o falsa autostima può essere dannosa. Promuovere un equilibrio sano e realistico della propria autovalutazione è essenziale per evitare comportamenti rischiosi, mantenere relazioni sane e favorire la crescita personale. Riconoscere i limiti e accettare le critiche costruttive sono passi importanti per sviluppare una vera autostima e migliorare continuamente.
Il Ruolo dell’Autostima nei Comportamenti a Rischio degli Adolescenti
L’adolescenza è riconosciuta come un periodo notoriamente vulnerabile nel ciclo di vita umano. Influenzati da un complesso intreccio di fattori biologici, psicologici e sociali, gli adolescenti mostrano una marcata propensione ad impegnarsi in comportamenti a rischio. Una revisione sistematica è stata condotta su studi pubblicati nelle banche dati Web of Science, PsycInfo e MEDLINE nell’ultimo decennio, con l’obiettivo di raccogliere studi sulla relazione tra autostima e comportamenti a rischio in individui di età compresa tra 12 e 18 anni. L’obiettivo era confermare il ruolo dell’autostima elevata come fattore protettivo costante contro i comportamenti a rischio. I risultati mostrano che l’autostima è negativamente correlata ai comportamenti a rischio. I nostri risultati riflettono anche la necessità di ulteriori ricerche su come i fattori sociodemografici, tra gli altri, influenzano la relazione tra autostima e comportamenti a rischio. Questa revisione sottolinea l’importanza di implementare interventi educativi specifici per rafforzare l’autostima negli adolescenti, al fine di prevenire vari comportamenti a rischio che possono emergere durante l’adolescenza e persistere per tutta la vita se non affrontati precocemente.
Parole chiave: autostima; comportamenti a rischio; revisione sistematica; studi trasversali
1. Introduzione
L’adolescenza è una fase vulnerabile per i comportamenti a rischio, dovuta a una complessa interazione di fattori biologici, psicologici e sociali, inclusa la sensibilità del cervello alle emozioni generate dalle esperienze gratificanti, la ricerca dell’identità e il desiderio di indipendenza, la mancanza di strumenti per gestire le diverse emozioni e, infine, la permeabilità dell’adolescente all’esempio offerto dal loro caregiver primario. Questi fattori possono essere definiti come fattori di rischio, intesi come attributi individuali e/o caratteristiche, condizioni e/o contesti ambientali che aumentano la probabilità di sviluppare comportamenti a rischio.
I comportamenti a rischio comprendono qualsiasi azione che minaccia lo sviluppo biologico, psicologico o sociale, con un effetto immediato che può essere piacevole ma con conseguenze dannose a lungo termine, poiché sono legati ad alta morbilità e mortalità. Questo è chiaramente esemplificato nel caso dell’uso di tabacco e alcol, che hanno causato rispettivamente più di 8 milioni e 3 milioni di morti. Circa il 90% dei fumatori adulti ammette di aver iniziato a fumare durante l’adolescenza, sottolineando la necessità di interventi precoci.
Inoltre, i comportamenti a rischio sono spesso associati tra loro. Ad esempio, l’uso di droghe è associato a relazioni sessuali a rischio o a comportamenti antisociali. Un altro aspetto rilevante è la connessione tra disturbi alimentari, che spesso si verificano durante l’adolescenza, e il suicidio.
Per affrontare i comportamenti a rischio, è cruciale la ricerca sui fattori protettivi o, in altre parole, risorse personali o sociali che riducono la tendenza a sviluppare comportamenti a rischio e, di conseguenza, problemi di salute.
2. Materiali e Metodi
Questa revisione è stata condotta in conformità con le linee guida PRISMA per le revisioni sistematiche.
2.1. Fonti di Dati e Strategia di Ricerca
La ricerca delle pubblicazioni è stata condotta tra novembre 2023 e febbraio 2024. A causa dell’approccio multidisciplinare della revisione, sono state consultate le banche dati MEDLINE, Web of Science e PsycInfo. In tutte e tre le banche dati, i termini “self-esteem”, “risk behaviours” e “adolescents” sono stati utilizzati in inglese e spagnolo. Per trovare documenti che includessero i suddetti termini, sono stati utilizzati gli operatori booleani “AND” e “OR”. La strategia di ricerca è stata quindi (autoestima OR self-esteem) AND (conductas de riesgo OR risk behaviors) AND (adolescentes OR adolescents). Sono state identificate un totale di 7189 citazioni nelle tre banche dati ricercate. La ricerca è stata limitata agli articoli di riviste ad accesso aperto pubblicati in inglese o spagnolo tra il 2013 e il 2023, riducendo il numero di citazioni a 1984.
2.2. Criteri di Elegibilità
Gli articoli sono stati inclusi se (1) avevano partecipanti adolescenti (12-18 anni); (2) erano quantitativi e trasversali; (3) erano in inglese o spagnolo; (4) trattavano l’autostima come un concetto unidimensionale; (5) affrontavano un comportamento a rischio specifico. Gli articoli sono stati esclusi se (1) non fornivano dati chiari sull’età dei partecipanti o se le età erano inferiori a 12 anni o superiori a 18 anni; (2) avevano un bias di genere nel campione; (3) includevano partecipanti con peculiarità fisiche, psicologiche o sociali; (4) consideravano termini come “concetto di sé” o “immagine di sé” come sinonimi di autostima; (5) affrontavano superficialmente i comportamenti a rischio; (6) si concentravano sulla creazione, validazione o adattamento di scale e questionari; (7) valutavano l’efficacia dei programmi di intervento; (8) e/o erano limitati nella loro accessibilità.
2.3. Qualità dei Manoscritti
Due revisori hanno valutato indipendentemente la qualità degli articoli selezionati utilizzando lo strumento Newcastle-Ottawa Scale (NOS) adattato per studi trasversali da Herzog et al. Un punteggio minimo di 5 su 10 è stato impostato per questa revisione per essere selezionato.
2.4. Estrazione dei Dati
Gli studi sono stati selezionati seguendo un processo in due fasi: (1) screening dei titoli e degli abstract degli studi potenzialmente idonei seguito da (2) screening dei testi completi degli articoli preliminarmente selezionati. La valutazione di ciascun record è stata effettuata da due revisori.
3. Risultati
L’impatto dell’autostima sull’identità e sul comportamento è ampiamente studiato. Questa revisione sistematica esamina le prove disponibili sull’interazione tra autostima e comportamenti a rischio negli adolescenti, fornendo una panoramica completa di come la percezione di sé possa influenzare la partecipazione ad attività che comportano potenziali conseguenze negative per la salute e il benessere. Le caratteristiche salienti degli studi inclusi nella revisione attuale sono riassunte.
Sei principali categorie di comportamenti a rischio sono state identificate: (1) abuso di sostanze, (2) disturbi alimentari, (3) suicidio e autolesionismo, (4) pratiche sessuali a rischio, (5) uso dannoso dei media e (6) comportamento antisociale. Secondo i nostri criteri di inclusione ed esclusione, la categoria più ricercata è stata “suicidio e autolesionismo”, mentre le categorie meno studiate erano “pratiche sessuali a rischio” e “comportamento antisociale”.
4. Discussione
L’obiettivo di questo studio era esaminare la relazione tra autostima e comportamenti a rischio negli adolescenti e determinare se l’autostima, alta o bassa, fosse un fattore protettivo costante contro i comportamenti a rischio. Nel esplorare queste dinamiche, i nostri risultati hanno anche scoperto relazioni significative tra vari comportamenti a rischio, come l’associazione tra depressione e ideazione suicida o tra uso di sostanze e uso problematico di Internet, che non solo rafforzano i risultati della ricerca precedente, ma sottolineano anche la necessità e l’importanza di indagare i fattori protettivi rispetto ai comportamenti a rischio.
5. Conclusioni
Questo studio fornisce una compilazione di diverse ricerche che esaminano la relazione tra autostima e vari comportamenti a rischio. Questa compilazione ci ha permesso di raggiungere il nostro obiettivo principale: condurre un’analisi completa che dettagli la connessione tra i livelli di autostima e i comportamenti a rischio.
“Judgment under Uncertainty: Heuristics and Biases” di Tversky e Kahneman
Contesto e Importanza
L’articolo “Judgment under Uncertainty: Heuristics and Biases”, scritto da Amos Tversky e Daniel Kahneman e pubblicato su Science nel 1974, è uno dei lavori più influenti nel campo della psicologia cognitiva. Questo studio ha gettato le basi per la comprensione dei processi decisionali umani, mettendo in luce come le persone spesso utilizzino scorciatoie cognitive, o euristiche, per prendere decisioni in condizioni di incertezza.
Le Tre Principali Euristiche
Tversky e Kahneman hanno identificato tre euristiche principali che le persone utilizzano comunemente:
- Euristica della Rappresentatività
- Descrizione: Le persone giudicano la probabilità di un evento basandosi su quanto questo evento somigli a un altro evento conosciuto, ignorando spesso informazioni statistiche rilevanti.
- Esempio: Quando si valuta se una persona tranquilla e riservata sia più probabilmente un bibliotecario o un venditore, molte persone tendono a scegliere il bibliotecario, basandosi sullo stereotipo, nonostante ci siano molti più venditori che bibliotecari.
- Euristica della Disponibilità
- Descrizione: Le persone valutano la probabilità di eventi basandosi su quanto facilmente possono ricordare esempi pertinenti. Eventi che sono più facilmente ricordabili (ad esempio, perché sono recenti o particolarmente vividi) sono percepiti come più probabili.
- Esempio: Dopo aver visto un notiziario su un incidente aereo, una persona potrebbe sovrastimare la probabilità di un incidente aereo rispetto a un incidente automobilistico, nonostante le statistiche mostrino che gli incidenti automobilistici sono molto più comuni.
- Euristica dell’Ancora e Aggiustamento
- Descrizione: Quando devono fare una stima quantitativa, le persone tendono a partire da un valore iniziale (l’ancora) e poi ad aggiustare questa stima. Spesso, però, gli aggiustamenti sono insufficienti.
- Esempio: Se viene chiesto di stimare la popolazione di una città sconosciuta dopo aver sentito un numero iniziale, come 1 milione, le persone tendono a basare le loro stime su quel numero, anche se non è accurato.
Bias Cognitivi Associati
Queste euristiche possono portare a diversi bias cognitivi:
- Bias di Conferma: La tendenza a cercare, interpretare e ricordare informazioni in modo che confermino le proprie convinzioni preesistenti.
- Bias del Punto di Vista Attuale: Le persone sovrastimano la probabilità di eventi basandosi su esempi recenti o emotivamente carichi.
- Bias di Ancoraggio: Le stime numeriche sono influenzate da un valore iniziale non necessariamente pertinente.
Implicazioni
Il lavoro di Tversky e Kahneman ha avuto un impatto significativo in vari campi:
- Economia Comportamentale: Ha contribuito a sviluppare l’economia comportamentale, un campo che combina economia e psicologia per spiegare le decisioni economiche reali delle persone, spesso irrazionali rispetto alle previsioni dei modelli economici tradizionali.
- Politiche Pubbliche: Le scoperte sulle euristiche e i bias sono state utilizzate per migliorare le politiche pubbliche, ad esempio, nella progettazione di programmi di educazione finanziaria o nelle campagne di salute pubblica.
- Gestione del Rischio: La comprensione delle euristiche è essenziale per gestire meglio i rischi, sia a livello individuale che aziendale.
Conclusione
“Judgment under Uncertainty: Heuristics and Biases” di Tversky e Kahneman ha rivoluzionato la comprensione dei processi decisionali umani. Le euristiche e i bias che hanno identificato mostrano che le decisioni delle persone sotto incertezza sono spesso sistematicamente deviate, portando a errori prevedibili. Questo lavoro rimane fondamentale per chi studia la psicologia cognitiva, l’economia comportamentale e la scienza delle decisioni.
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