
Introduzione
Negli ultimi anni, il fenomeno del chemsex ha sollevato numerose preoccupazioni nel campo della salute pubblica, specialmente tra le comunità LGBTQ+. Il chemsex, ovvero l’uso di droghe in contesti sessuali da parte di uomini gay, bisessuali e altri uomini che hanno rapporti sessuali con uomini (MSM), rappresenta un grave rischio per la salute mentale e fisica. Questo articolo esplorerà le correlazioni tra la pratica del chemsex, lo sviluppo di sintomi psicotici, e le implicazioni per la salute degli adolescenti LGBTQ+. Inoltre, verranno esaminate le strategie di prevenzione e intervento, con particolare attenzione alla psichiatria digitale.
Chemsex e Psicopatologia
Definizione e Diffusione del Chemsex
Il chemsex è definito come l’uso di specifiche droghe in contesti sessuali, prevalentemente da parte di uomini gay e bisessuali. Le droghe più comuni includono mefedrone, acido γ-idrossibutirrico/γ-butirolattone (GHB/GBL) e metanfetamina. Queste sessioni possono durare giorni, coinvolgendo spesso più partner e comportamenti rischiosi come l’uso di droghe per via endovenosa (slamsex).
Conseguenze Psicologiche e Sociali
La pratica del chemsex è associata a numerosi problemi psicologici, tra cui depressione, ansia e sintomi psicotici. Studi recenti hanno evidenziato che i sintomi psicotici possono manifestarsi in una percentuale significativa di individui che praticano il chemsex, con tassi che variano dal 6.7% al 37.2%. I fattori di rischio includono l’uso polidroga, la pratica del slamsex, e la presenza di infezioni sessualmente trasmissibili (IST) come l’HIV e l’epatite.
Adolescenza LGBTQ+ e Salute Mentale
Vulnerabilità degli Adolescenti LGBTQ+
Gli adolescenti LGBTQ+ rappresentano una popolazione particolarmente vulnerabile a sviluppare problemi di salute mentale. La teoria dello stress della minoranza suggerisce che lo stigma, la discriminazione e l’omofobia interiorizzata contribuiscono significativamente al rischio di sviluppare disturbi mentali in questa popolazione . Questa teoria, sviluppata negli anni ’90, spiega come lo stress cronico causato dall’essere parte di una minoranza stigmatizzata possa portare a problemi di salute mentale. Questo stress può derivare da varie fonti, tra cui il rifiuto familiare, l’isolamento sociale, il bullismo e la discriminazione sistemica. Gli adolescenti LGBTQ+ sono particolarmente a rischio perché sono in una fase di sviluppo critico in cui la loro identità è ancora in formazione e sono più suscettibili alle influenze esterne.
Gli studi hanno dimostrato che gli adolescenti LGBTQ+ hanno tassi significativamente più alti di depressione, ansia e comportamento suicidario rispetto ai loro coetanei eterosessuali. Inoltre, è stato osservato che l’uso di droghe e alcol è più comune tra gli adolescenti LGBTQ+ come strategia di coping per affrontare lo stress della minoranza. Questo uso può evolvere in comportamenti più rischiosi, come il chemsex, in età adulta.
Comorbidità e Sovrapposizioni
Esiste una significativa sovrapposizione tra i disturbi borderline di personalità (DBP), il disturbo bipolare e le neurodivergenze come l’autismo tra gli adolescenti LGBTQ+. Questi disturbi spesso coesistono con l’uso di sostanze e comportamenti sessuali a rischio, complicando ulteriormente il quadro clinico e rendendo più complesso l’intervento terapeutico.
Prevenzione e Intervento
Terapia Dialettico-Comportamentale (DBT)
La Terapia Dialettico-Comportamentale (DBT) è una delle principali tecniche psicoterapeutiche utilizzate per trattare il DBP e altre forme di psicopatologia. La DBT, sviluppata da Marsha Linehan, combina principi di terapia cognitivo-comportamentale con tecniche di mindfulness, ed è particolarmente efficace nel ridurre i comportamenti autodistruttivi e migliorare la regolazione emotiva.
Psichiatria Digitale
La psichiatria digitale sta emergendo come una soluzione innovativa per la prevenzione e il trattamento dei disturbi mentali. Le applicazioni mobili, le piattaforme di telemedicina e i social media possono offrire supporto psicologico accessibile e immediato, specialmente per gli adolescenti LGBTQ+. Ad esempio, piattaforme come “Talkspace” e “BetterHelp” offrono consulenza psicologica online, mentre applicazioni come “Headspace” e “Calm” forniscono strumenti per la gestione dello stress e la mindfulness.
Prevenzione della FOMO e della DISMO
Definizione e Impatto della FOMO
La Fear of Missing Out (FOMO) è una paura pervasiva di essere esclusi o di perdere esperienze gratificanti, frequentemente amplificata dai social media. Questo fenomeno è particolarmente prevalente tra gli adolescenti e può contribuire a comportamenti rischiosi, inclusa la partecipazione a chemsex.
La FOMO è stata collegata a livelli più elevati di ansia, depressione e insoddisfazione generale della vita. Gli adolescenti LGBTQ+ possono essere particolarmente vulnerabili alla FOMO a causa del desiderio di appartenenza e accettazione in una società che spesso li marginalizza. La FOMO può portare a comportamenti impulsivi e rischiosi, come l’uso di droghe e il coinvolgimento in attività sessuali non sicure.
Strumenti di Prevenzione
Per prevenire la FOMO e la DISMO (Disturbo di Integrazione Sociale Mediata Online), è fondamentale promuovere un uso sano e consapevole dei social media. Le piattaforme digitali possono offrire strumenti per la gestione del tempo online e promuovere contenuti educativi sulla salute mentale. Inoltre, programmi di alfabetizzazione digitale possono aiutare gli adolescenti a sviluppare una comprensione critica dei media e delle loro influenze.

Chemsex tra Adolescenti e Giovani Eterosessuali fino a 30 Anni: Un’Esplorazione Dettagliata
Introduzione
Il fenomeno del chemsex, che implica l’uso di droghe per intensificare l’esperienza sessuale, è stato ampiamente studiato all’interno della comunità LGBTQ+, in particolare tra gli uomini che fanno sesso con uomini (MSM). Tuttavia, ricerche emergenti indicano che il chemsex è presente anche tra adolescenti e giovani adulti eterosessuali sotto i 30 anni. Questo articolo esplora la prevalenza, i rischi associati e le implicazioni del chemsex in questo gruppo demografico, fornendo una panoramica completa basata su studi recenti.
Prevalenza del Chemsex tra i Giovani Eterosessuali
Recenti studi mostrano che il chemsex non è limitato alla comunità LGBTQ+. Ad esempio, uno studio condotto da Malandain et al. (2021) ha rivelato che un numero significativo di studenti universitari francesi ha partecipato al chemsex. Questo fenomeno riflette comportamenti più ampi di uso di sostanze osservati tra i giovani che frequentano eventi di musica elettronica (EDM) a New York, dove l’uso non medico di oppioidi, spesso associato a comportamenti sessuali ad alto rischio, era prevalente (SpringerLink) (BMJ Blogs).
In Europa, uno studio ha mostrato che il 23,9% dei frequentatori di eventi EDM ha dichiarato di aver utilizzato oppioidi non medici almeno una volta nella vita, con quasi uno su dieci (9,8%) che ha riferito di averlo fatto nell’ultimo anno (BMJ Blogs). Sebbene questi dati si concentrino principalmente sugli oppioidi, essi forniscono un contesto per comprendere come la combinazione di droghe e sesso sia diffusa anche tra i giovani eterosessuali.
Rischi Associati al Chemsex
Il chemsex comporta numerosi rischi sia fisici che psicologici. L’uso di droghe come la metanfetamina, la mefedrone e il GHB/GBL può portare a comportamenti sessuali rischiosi, come il sesso anale senza preservativo, aumentando il rischio di infezioni sessualmente trasmissibili (IST) (SpringerLink). Inoltre, l’uso di queste sostanze può portare a dipendenze severe e a condizioni mediche e psichiatriche acute e croniche (SpringerLink).
Dati Europei Specifici su Adolescenti e Giovani Adulti
Uno studio condotto tra studenti universitari francesi ha rilevato che una parte significativa di questi giovani partecipa al chemsex, utilizzando principalmente droghe come il GHB/GBL e la mefedrone (SpringerLink). Un altro studio ha evidenziato che tra i giovani frequentatori di eventi EDM, l’uso di sostanze per migliorare l’esperienza sessuale è diffuso, con conseguenti comportamenti sessuali ad alto rischio (BMJ Blogs).
Implicazioni per la Salute Pubblica
L’aumento del chemsex tra gli adolescenti e i giovani adulti eterosessuali pone nuove sfide per la salute pubblica. È essenziale sviluppare strategie di prevenzione e intervento mirate a questo gruppo demografico, affrontando sia l’uso di droghe che i comportamenti sessuali a rischio. Le campagne educative devono essere dirette non solo alla riduzione del danno associato all’uso di droghe, ma anche alla promozione di pratiche sessuali sicure.
Rischi del Chemsex tra Giovani Eterosessuali e LGBTQ+: Come uno Psicologo Può Aiutare
Supporto Digitale per GBMSM e Giovani Eterosessuali Coinvolti nel Chemsex
Il chemsex, l’uso di sostanze per migliorare le esperienze sessuali, è una pratica emergente che sta guadagnando attenzione sia tra i giovani eterosessuali che nella comunità LGBTQ+. Tuttavia, il supporto e le cure per le persone coinvolte nel chemsex sono ancora scarsi nei contesti sanitari. Gli individui coinvolti nel chemsex spesso non riconoscono o ammettono le conseguenze negative del loro comportamento, rendendo difficile l’accesso al supporto necessario. La mancanza di consenso su cosa costituisca un chemsex problematico, unita a una limitata consapevolezza delle conseguenze negative e a una motivazione ridotta al cambiamento, sono sfide critiche per la fornitura di supporto accessibile e tempestivo.
Nell’attuale era della tecnologia dell’informazione, il supporto professionale viene sempre più spesso offerto a distanza tramite strumenti di comunicazione interattiva e sistemi esperti computerizzati. La digitalizzazione delle interventi consolidati e lo sviluppo di nuovi approcci di e-support possono facilitare la partecipazione degli utenti, riducendo costi e tempi di viaggio. Gli interventi digitali rispondono anche alla necessità di uno spazio sicuro che consenta ai partecipanti di salvaguardare il loro anonimato, superando barriere come la vergogna e la paura del giudizio.
L’uso della tecnologia interattiva offre un grande potenziale per raggiungere e coinvolgere meglio i GBMSM e i giovani eterosessuali che praticano il chemsex, al fine di prevenire o mitigare problemi di salute e sociali. GBMSM è l’acronimo di “Gay, Bisexual, and other Men who have Sex with Men” (uomini gay, bisessuali e altri uomini che hanno rapporti sessuali con uomini). Molti GBMSM e giovani eterosessuali che praticano il chemsex utilizzano già la tecnologia digitale per connettersi con altri, in particolare potenziali partner sessuali e le loro reti socio-sessuali più ampie. Tuttavia, l’uso della tecnologia di comunicazione interattiva non è attualmente una parte consolidata del portfolio dei servizi di supporto per il chemsex, né da una prospettiva comunitaria né sanitaria. Informazioni e riferimenti ai servizi di salute sessuale e delle droghe possono essere integrati in siti web informativi o di prevenzione. L’uso delle applicazioni per smartphone rende ancora più facile la navigazione di queste informazioni e riferimenti, grazie alla tecnologia di geolocalizzazione.
Just-in-Time Adaptive Interventions (JITAI)
Gli interventi adattivi just-in-time (JITAI) mirano a fornire il supporto giusto al momento giusto. Le persone coinvolte nel chemsex non dovrebbero essere confrontate con supporto correlato alla salute sessuale o all’uso di droghe quando non necessario, o quando non sono ricettive a tale supporto. La consegna degli interventi deve quindi essere dinamica e adattata ai bisogni variabili degli utenti. Lo scopo delle JITAI è fornire il supporto appropriato quando necessario. Ad esempio, le JITAI sono state utilizzate per supportare individui in sovrappeso o obesi nel seguire una dieta di controllo del peso, fornire interventi basati sull’evidenza per i disturbi del sonno al personale militare attivo e ai veterani, e promuovere l’attività fisica riducendo il comportamento sedentario.
Gli articoli teorici e concettuali sullo sviluppo delle JITAI trattano gli elementi che devono essere considerati nella progettazione di una JITAI. Il risultato distale è l’obiettivo finale della JITAI (ad esempio, ridurre l’engagement nel chemsex e/o ridurre i problemi associati al chemsex), e fornisce lo scopo per lo sviluppo di un intervento. Gli obiettivi prossimali più specifici che contribuiscono a raggiungere l’obiettivo distale possono essere distinti. Questi obiettivi a breve termine (ad esempio, ampliare la rete sociale delle persone, pianificare attività alternative al chemsex durante i fine settimana) possono essere raggiunti attraverso opzioni di intervento corrispondenti. Le opzioni di intervento sono un insieme di azioni possibili, comprendenti aspetti del contenuto dell’intervento e del tipo di consegna. Una descrizione completa delle opzioni di intervento è derivata dal Protocollo di Mappatura degli Interventi, che descrive i passaggi e i compiti nello sviluppo dell’intervento basati su considerazioni teoriche, empiriche e pratiche.
Per fornire supporto quando necessario, è importante identificare punti temporali appropriati in cui le strategie di intervento possono essere attuate. Questi punti decisionali possono verificarsi a intervalli di tempo predefiniti, in momenti specifici della giornata/settimana/mese, come risposta dinamica ai dati auto-segnalati dall’utente che indicano una necessità di supporto, o su richiesta dell’utente. Al punto decisionale, possono essere forniti molteplici interventi potenziali. Per decidere quale tipo di supporto offrire al punto decisionale, una JITAI deve essere guidata da informazioni sull’utente. In altre parole, deve essere personalizzata per l’utente. Le JITAI basate su smartphone possono raccogliere informazioni di personalizzazione attraverso la raccolta di dati attivi e passivi. Le regole decisionali collegano sistematicamente le strategie di intervento alle informazioni di personalizzazione, fornendo supporto specifico basato sui bisogni dell’utente.
Un recente meta-analisi ha documentato l’efficacia a breve termine delle JITAI in vari ambiti della salute, come la salute mentale, la dieta sana, la perdita di peso, la gestione del diabete, l’attività fisica e la dipendenza. Tuttavia, non sono state pubblicate valutazioni delle JITAI per la promozione della salute sessuale o il supporto per il chemsex. È importante che gli utenti potenziali trovino l’intervento personalmente rilevante, considerino gli strumenti dell’intervento attraenti e utilizzabili, utilizzino l’intervento come previsto e mantengano l’uso nel tempo. L’uso e l’efficacia di una JITAI possono essere ottimizzati coinvolgendo gli utenti potenziali durante tutto il processo di sviluppo.
Supporto Digitale per il Chemsex per GBMSM e Giovani Eterosessuali ad Anversa
La combinazione di uso problematico di droghe e comportamento sessuale che comporta il rischio di trasmissione dell’HIV o di altre infezioni sessualmente trasmissibili rappresenta un serio problema di salute pubblica che ha ricevuto molta attenzione negli ultimi anni. Fornire un supporto adeguato è impegnativo a causa della mancanza di strategie di intervento efficaci e basate sull’evidenza per le persone coinvolte nel chemsex potenzialmente problematico. Per affrontare la lacuna attuale negli strumenti di supporto basati sull’evidenza, abbiamo avviato il progetto Chemified per sviluppare un approccio di intervento digitale per GBMSM e giovani eterosessuali coinvolti nel chemsex nelle Fiandre.
Il progetto Chemified mira a sfruttare il valore aggiunto delle tecnologie di comunicazione interattiva come parte di un approccio innovativo per supportare i GBMSM e i giovani eterosessuali nel controllare o adattare il loro engagement nel chemsex. Stiamo attualmente sviluppando un’applicazione per smartphone che risponda ai diversi e variabili bisogni di supporto. Questa applicazione utilizzerà i principi delle JITAI, consentendo la personalizzazione e l’adattamento alle esigenze dell’utente in evoluzione. L’app consisterà in due componenti principali: informazioni statiche e supporto dinamico. L’utente dell’app avrà accesso alla componente informativa in qualsiasi momento, comprese informazioni su pratiche di uso sicuro delle droghe, consigli sulla salute sessuale e riferimenti, e una panoramica dei servizi sanitari esistenti nelle Fiandre. Inoltre, gli utenti possono utilizzare l’opzione di supporto dinamico e ricevere consigli personalizzati prima, durante e dopo una festa di chemsex. Questo supporto dinamico comprende consigli su una serie di misure di riduzione del danno e un’opzione per trasformare questi consigli in piani d’azione personali, promemoria per migliorare il raggiungimento degli obiettivi, strumenti per affrontare il calo post-festa, strumenti per l’auto-riflessione dopo una festa di chemsex e altre opzioni che rispondono alle esigenze e alle preferenze degli utenti.
Per garantire che l’app mobile sia accettabile, utilizzabile ed efficace, lo sviluppo delle strategie di intervento e della piattaforma dell’applicazione è guidato da principi di co-progettazione. Durante tutto il processo di sviluppo dell’intervento, i GBMSM e i giovani eterosessuali coinvolti nel chemsex, altri stakeholder (ad es. operatori sanitari, professionisti del supporto alle droghe, clinici della salute sessuale, ricercatori) ed esperti di tecnologia dell’informazione e della comunicazione
Esempio di Intervento su un Ragazzo e una Ragazza Under 30 Coinvolti nel Chemsex
Caso di Marco, 28 Anni, Eterosessuale
Introduzione al Caso Marco è un giovane professionista di 28 anni, eterosessuale, che ha iniziato a praticare il chemsex durante feste con amici e conoscenti. La sua curiosità iniziale si è trasformata in una pratica regolare che ora influenza negativamente la sua vita sociale e lavorativa. Marco è attivo sui social media e utilizza frequentemente applicazioni di incontri per connettersi con nuove persone.
Prima Seduta: Valutazione Iniziale Durante la prima seduta, lo psicologo effettua una valutazione completa della storia personale di Marco, inclusa la sua esperienza con il chemsex. Vengono utilizzati questionari standardizzati per valutare la gravità dell’uso di sostanze e l’impatto sulla salute mentale. Marco esprime preoccupazione per la sua crescente dipendenza e il deterioramento delle sue relazioni personali.
Obiettivi Terapeutici
- Ridurre l’uso di sostanze durante le attività sessuali.
- Migliorare le capacità di gestione dello stress e delle emozioni.
- Riconnettersi con attività sociali e professionali positive.
Intervento Digitale: JITAI Lo psicologo introduce Marco a un’applicazione basata sui principi delle Just-in-Time Adaptive Interventions (JITAI). L’app offre:
- Consigli personalizzati su pratiche sessuali sicure e riduzione del danno.
- Promemoria per evitare l’uso di droghe durante specifici eventi sociali.
- Strumenti per l’auto-riflessione post-festa e valutazione dei progressi.
Strategie Terapeutiche
- Cognitive Behavioral Therapy (CBT): Lavorare su pensieri disfunzionali e comportamenti legati all’uso di sostanze.
- Schema Therapy: Identificare e modificare schemi comportamentali negativi legati a esperienze passate.
- Supporto Digitale: Monitoraggio continuo tramite l’app per adattare l’intervento alle necessità di Marco in tempo reale.
Progressi e Follow-up Nel corso delle sedute, Marco impara a gestire meglio le sue emozioni e a ridurre l’uso di sostanze. L’app aiuta a mantenere la consapevolezza e a fornire supporto immediato nei momenti di tentazione.
Caso di Giulia, 26 Anni, Bisessuale
Introduzione al Caso Giulia è una giovane donna di 26 anni, bisessuale, che ha iniziato a praticare il chemsex in contesti sociali e durante incontri sessuali con partner conosciuti tramite applicazioni di incontri. Giulia ha notato un aumento dell’ansia e una riduzione delle prestazioni lavorative a causa del suo uso di sostanze.
Prima Seduta: Valutazione Iniziale Lo psicologo conduce una valutazione dettagliata della storia di Giulia, inclusa la sua esperienza con il chemsex e l’impatto sulla sua salute mentale e fisica. Giulia è preoccupata per l’incapacità di mantenere relazioni sane e per il peggioramento della sua ansia.
Obiettivi Terapeutici
- Sviluppare strategie di coping per l’ansia.
- Ridurre gradualmente l’uso di sostanze durante le attività sessuali.
- Stabilire relazioni interpersonali positive e sane.
Intervento Digitale: JITAI Giulia viene introdotta a un’app JITAI che offre:
- Sessioni di mindfulness guidate per gestire l’ansia.
- Consigli su pratiche di riduzione del danno durante le attività sessuali.
- Strumenti per pianificare attività sociali alternative senza l’uso di sostanze.
Strategie Terapeutiche
- Dialectical Behavior Therapy (DBT): Migliorare la regolazione emotiva e le abilità interpersonali.
- Mindfulness-Based Stress Reduction (MBSR): Ridurre l’ansia e migliorare la consapevolezza.
- Supporto Digitale: Utilizzo dell’app per fornire supporto continuo e adattivo basato sulle necessità di Giulia.
Progressi e Follow-up Nel tempo, Giulia riesce a ridurre significativamente l’uso di sostanze e a gestire meglio la sua ansia. L’app fornisce un supporto costante, aiutandola a rimanere focalizzata sui suoi obiettivi terapeutici e a mantenere un comportamento positivo.
Conclusione
Il chemsex non è più un fenomeno confinato alla comunità LGBTQ+, ma si sta diffondendo anche tra adolescenti e giovani adulti eterosessuali. È cruciale continuare a monitorare questa tendenza e sviluppare interventi appropriati per mitigare i rischi associati. La collaborazione tra professionisti della salute pubblica, educatori e comunità locali è fondamentale per affrontare efficacemente questo problema emergente.
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Per i più “Stoici ” un’ Analisi Tecnica di alcuni studi
Studio 1: “Chemsex and Psychosis: A Systematic Review” (Moreno-Gámez et al., 2022)
Obiettivo
Lo studio ha condotto una revisione sistematica per esaminare il legame tra chemsex e psicosi. Gli autori hanno analizzato dieci studi per determinare la prevalenza di sintomi psicotici tra individui che praticano chemsex.
Metodologia
Sono stati selezionati studi che includevano partecipanti coinvolti nel chemsex e che riportavano sintomi psicotici. L’analisi ha considerato vari fattori di rischio come l’uso polidroga e il slamsex.
Risultati
I sintomi psicotici erano presenti in una percentuale significativa dei partecipanti, con tassi variabili dal 6.7% al 37.2%. L’uso combinato di metanfetamina, GHB/GBL e mefedrone aumentava significativamente il rischio di psicosi. Il slamsex era associato a un rischio tre volte maggiore di sviluppare sintomi psicotici rispetto ad altri metodi di consumo di droghe.
Conclusioni
Lo studio ha evidenziato la necessità di interventi mirati per ridurre l’uso di queste droghe in contesti sessuali e promuovere la salute mentale tra gli individui LGBTQ+. La combinazione di sostanze psicoattive in contesti sessuali aumenta significativamente il rischio di sviluppare gravi problemi di salute mentale.
Studio 2: “Drug-related and Psychopathological Symptoms in HIV-positive Men Who Have Sex with Men Who Inject Drugs During Sex (Slamsex)” (Dolengevich-Segal et al., 2019)
Obiettivo
Questo studio ha esaminato i sintomi correlati all’uso di droghe e alle psicopatologie negli uomini HIV-positivi che praticano slamsex.
Metodologia
Il campione includeva uomini HIV-positivi che praticavano slamsex. Sono stati raccolti dati su sintomi psicotici come deliri e allucinazioni, e comportamenti a rischio associati all’uso di droghe per via endovenosa.
Risultati
Il 37.2% dei partecipanti ha manifestato sintomi psicotici. Tra questi, l’uso di metanfetamina era il più comune, seguito da GHB/GBL e mefedrone. I partecipanti che praticavano slamsex avevano una prevalenza più alta di infezioni sessualmente trasmissibili, inclusi HIV ed epatite, rispetto a coloro che non praticavano slamsex.
Conclusioni
Lo studio ha sottolineato l’importanza di fornire supporto psicologico e servizi di riduzione del danno a questa popolazione vulnerabile. I servizi di riduzione del danno dovrebbero includere programmi di educazione specifici per ridurre i rischi associati al chemsex e migliorare la qualità della vita degli individui coinvolti.
Studio 3: “Chemsex and Mental Health of Men Who Have Sex with Men in Germany” (Bohn et al., 2020)
Obiettivo
Questo studio ha esplorato la salute mentale degli uomini che praticano chemsex in Germania.
Metodologia
Lo studio ha utilizzato un campione di MSM (uomini che hanno rapporti sessuali con uomini) che praticano chemsex. Sono stati raccolti dati su sintomi di depressione e ansia, e la frequenza del chemsex.
Risultati
Un’alta percentuale di partecipanti soffriva di depressione (33.3%) e ansia (26.9%). Gli individui che praticavano chemsex frequentemente avevano tassi più alti di sintomi depressivi e ansiosi rispetto a coloro che praticavano chemsex occasionalmente.
Conclusioni
Lo studio ha evidenziato la necessità di sviluppare interventi mirati per affrontare i problemi di salute mentale associati al chemsex. L’uso di piattaforme digitali per fornire supporto psicologico potrebbe essere una soluzione efficace per raggiungere questa popolazione.
Studio 4: “Sexual Consent and Chemsex: A Quantitative Study on Sexualised Drug Use and Non-consensual Sex Among Men Who Have Sex with Men in Amsterdam, the Netherlands” (Drückler et al., 2022)
Obiettivo
Lo studio ha valutato se il chemsex fosse associato a esperienze sessuali non consensuali (NCS) tra MSM di Amsterdam.
Metodologia
Un sondaggio è stato somministrato agli utenti di piattaforme di incontri gay, esaminando l’uso di chemsex negli ultimi 6 mesi e le esperienze di NCS negli ultimi 5 anni. Le associazioni sono state valutate utilizzando test statistici e regressione logistica multivariata.
Risultati
Dei 891 partecipanti, il 30.6% ha praticato chemsex e il 18.1% ha riportato esperienze di NCS negli ultimi 5 anni. Tra coloro che hanno riportato NCS, quelli che praticavano chemsex avevano meno probabilità di essere toccati contro la loro volontà, ma maggiori probabilità di svenire e non ricordare cosa fosse successo durante l’uso di droghe. L’analisi multivariata ha mostrato che il chemsex era associato a esperienze di NCS (OR aggiustato 1.46; 95% CI 1.01-2.11).
Conclusioni
Lo studio ha sottolineato l’importanza di affrontare il chemsex e le NCS durante le consultazioni mediche con gli MSM e di offrire riferimenti per aiuti specializzati se necessario. La complessità del consenso sessuale in contesti di chemsex richiede ulteriori ricerche per comprendere meglio le dinamiche e sviluppare interventi appropriati.
Studio 5: “Sexual Violence and Chemsex Among Substance-Using Sexual and Gender Minorities in Texas” (Wilkerson et al., 2021)
Obiettivo
Lo studio ha esplorato la relazione tra violenza sessuale e chemsex tra le minoranze sessuali e di genere in Texas.
Metodologia
Utilizzando dati da un sondaggio online e interviste qualitative, i ricercatori hanno esaminato l’incidenza di violenza sessuale tra le minoranze sessuali che usano sostanze e partecipano a feste sessuali (proxy per chemsex).
Risultati
Il 12.8% dei partecipanti ha subito una forma di violenza sessuale. Tra coloro che partecipavano a feste sessuali e usavano droghe, il 48.0% ha subito violenza sessuale. I partecipanti coinvolti nel chemsex erano 12.5 volte più propensi a sperimentare violenza sessuale. Le interviste qualitative hanno rivelato situazioni in cui il consenso era difficile da revocare e l’abuso sessuale era probabile.
Conclusioni
Lo studio ha sottolineato la necessità di ulteriori ricerche sulla relazione tra violenza sessuale e chemsex, in particolare riguardo al concetto di consenso in ambienti sessualizzati con uso di sostanze. Gli operatori sanitari devono essere consapevoli delle dinamiche di potere e della vulnerabilità delle minoranze sessuali e di genere in contesti di chemsex e offrire supporto adeguato.
Studio 6: “Sexual Assault and Psychosis in Two Large General Population Samples: Is Childhood and Adolescence a Developmental Window of Sensitivity?” (Yates et al., 2022)
Obiettivo
Lo studio ha esaminato la relazione tra psicosi e violenza sessuale, valutando se l’esposizione a traumi sessuali durante l’infanzia e l’adolescenza fosse più fortemente associata a psicosi rispetto all’esposizione in età adulta.
Metodologia
Utilizzando i dati dei Sondaggi sulla Morbilità Psichiatrica Adulta del 2007 e 2014 (N = 14,949), è stata calcolata la prevalenza di violenza sessuale, allucinazioni, credenze deliranti e disturbi psicotici. La regressione logistica è stata utilizzata per esaminare la relazione tra l’età dell’esposizione alla violenza sessuale (prima esposizione <16 vs prima esposizione ≥16) e le probabilità di allucinazioni, deliri e disturbi psicotici.
Risultati
La violenza sessuale a qualsiasi età era associata a un aumento delle probabilità di allucinazioni (aOR = 2.00, 95% CI = 1.63–2.46), credenze deliranti (aOR = 2.55, 95% CI = 2.24–2.89) e disturbi psicotici (aOR = 5.28, 95% CI = 3.59–7.76). Tuttavia, non c’era una differenza significativa nella prevalenza di allucinazioni, credenze deliranti o disturbi psicotici tra individui esposti alla violenza sessuale prima dei 16 anni e quelli esposti dopo i 16 anni.
Conclusioni
Lo studio ha concluso che l’esposizione a traumi sessuali è associata a un aumento del rischio di sviluppare sintomi psicotici, indipendentemente dall’età dell’esposizione.
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